Il castello di Padernello: il feudalesimo nella Bassa


Esso è un castello risalente al XV secoloubicato a Padernello, antico borgo nei pressi di Borgo San Giacomo, in provincia di Brescia. La struttura, circondata da fossato con ponte levatoio funzionante e rivellino, si erge isolata nella pianura bresciana. Il castello, che domina il piccolo paese, è composto da 130 stanze su una superficie di 4000 m. La costruzione del castello avvenne per opera dei Martinengo, famiglia di provenienza bergamasca. La nobile casata dei Martinengo rimase a Padernello fino al 1834; dal 1861 i possedimenti passarono alla famiglia Salvadego Molin Ugoni. Il castello, edificato alla fine del XIV secolo da Bernardino Martinengo è a pianta quadrata con quattro torri angolari di difesa. Verso il 1470 il maniero, munito di feritoie e merlature guelfe, è già provvisto di mastio dotato di mensoloni e caditoie con funzioni di controllo e avvistamento del territorio limitrofo. 
Ultimo conte della famiglia nobile dei Salvedego a risiedere al castello fu Filippo Molin Ugoni Salvedego, il quale, per motivi di salute, preferì trasferirsi nel 1961 nel suo palazzo di Brescia, dove morì nel 1965.  Negli anni Ottanta l'unica realtà impegnata nella difesa del castello e del suo borgo fu l' "Associazione Amici del Castello", la quale restaurò l'antica posteria l'Aquila Rossa, simbolo imperiale dei Martinengo, con l'intento di salvare il maniero e valorizzare il borgo di Padernello. Nel 2002 crollò gran parte della cinta muraria alla destra del rivellino, del tetto sul salone da ballo, della soletta della cucina storica. A fronte di questa situazione il comune di Borgo San Giacomo decise di acquistare nel 2005 l'antica residenza dei Martinengo. La fondazione denominata Castello di Padernello, costituitasi il 15 dicembre 2005, si sta occupando della ristrutturazione architettonica e della rivalutazione culturale di questo importante monumento storico. La Fondazione non ha scopo di lucro e ha come oggetto sociale la riqualifica non solo del Castello, ma anche del proprio territorio.  
La dama bianca
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Nel XV secolo visse Biancamaria, figlia di Caterina Colleoni e del conte e condottiero Gaspare Martinengo, uno degli eredi di Antonio I Martinengo infeudato nel 1443 delle terre di Gabiano (antico nome di Borgo San Giacomo) dalla Repubblica Veneta. La piccola nacque a Brescia in un Castello, ormai scomparso, sito in via Palazzo Vecchio. Biancamaria era una ragazzina malinconica, pallida e cagionevole di salute sia nel corpo che nello spirito. Era innamorata della natura, del silenzio e mal sopportava un mondo fatto di violenze, soprusi e angherie, un mondo di uomini d'arme come suo padre. Fu così che si trasferì nell'autunno del 1479 dalla città alla residenza di campagna della famiglia, nel borgo di Padernello. Qui trovò vigne, rogge, campagna e boschi. Il 20 luglio del 1480 Biancamaria era a cavalcioni sui merli del maniero. Era sera e vide una piccola magia luminosa, poi un'altra e un'altra ancora; la ragazzina, piena di gioia, credette di potersi librare in aria e unirsi a quelle magiche luci. Così, all'apice della gioia, Biancamaria immolò la sua vita per le piccole lucciole e cadde dal tetto. Aveva tredici anni. Biancamaria Martinengo, secondo la leggenda, si trasfigura nella Dama Bianca e ritorna, la notte della sua morte, ogni dieci anni, sullo scalone d'onore del suo Castello, vestita di bianco e con in mano un libro dorato aperto contenente il suo segreto: un segreto che la fa vagare di continuo. 


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